Circa 6.200 adozioni di cani in Puglia in un anno e oltre 6.600 abbandoni di cani in un anno: insomma il quadro è piuttosto semplice e quasi paradossale perché mentre una famiglia entra in canile per adottare il suo amico a quattro zampe, il furgoncino del Comune ne riporta in struttura un altro. Sembra quasi un gioco, ma un gioco non è perché di mezzo ci sono esseri viventi che si affezionano anche a chi, senza scrupoli, poi li lascia per strada alle prime difficoltà.
Per continuare sulla strada dei numeri e delle statistiche e farsi un’idea di cosa accade nel nostro Paese, si può guardare all’ultimo report sul randagismo nelle regioni italiane pubblicato dal Ministero della Salute nelle scorse settimane.
La rilevazione prende come parametri il numero di ingressi dei cani nei canili o nei rifugi (che in totale ci regala il numero di cani vaganti catturati sul territorio), il numero dei cani dati in adozione e il numero di gatti sterilizzati nell’anno dal Servizio Sanitario Nazionale.
In totale in Italia sono stati: 72.115 gli ingressi nei canili, 29.194 quelli nei rifugi, a fronte di 33.981 adozioni. I gatti sterilizzati invece sono stati 78.609.
La Puglia si piazza benissimo per quanto concerne le adozioni (ben 6.259 che rappresenta il dato più alto in Italia) resta però da considerare il dato degli abbandoni anch’esso molto alto. Sono infatti 6.657 i cani entrati nei canili in un anno a cui si aggiungono 2.800 esemplari accolti nei rifugi. Anche le sterilizzazioni dei gatti non sono andate male: 8.232.
Ma cosa accade nelle altre regioni? La regina degli abbandoni è il Lazio con 9.158 ingressi in canile e 3.384 nei rifugi. Questo sta a significare che per le strade e le campagne della regione, in un anno hanno vagato ben 12.542 nuovi cani che prima non c’erano. Una vera e propria emergenza se si considera che ne sono stati adottati solo 4.600. C’è poi la Campania con 8.700 abbandoni in canile e 3.200 nei rifugi. Una regione che però recupera in solidarietà visto che in un anno ha adottato 5.526 cani piazzandosi al secondo posto per adozioni dopo la Puglia.
Al terzo posto per abbandoni c’è la Sicilia con 8.192 ingressi in canile in un anno e nessun dato però per quanto riguarda i rifugi. Male invece le adozioni visto che sono solo 1.759. All’ ultimo posto per abbandoni c’è la Valle d’Aosta con 123 ingressi in canile e appena 33 in rifugio in un anno e 35 adozioni.
Intanto stando ai dati dell’Anagrafe Animali d'Affezione regionale, in Puglia ci sono in totale 438.977 cani, 59.546 gatti e 20 furetti. Questi quelli tracciati e microchippati che quindi vivono in condizioni ottimali e che se dovessero anche perdersi i padroni premurosi potrebbero ritrovarli grazie all’invio da parte di chi li ritrova di un semplice sms con il codice identificativo dell’animale. Il problema è invece proprio di chi non li microchippa perché ha già intenzione di disfarsene e non vuole problemi con la giustizia.
Sul fronte della tutela degli animali domestici, infatti le leggi ci sono e riguardano: cani, gatti, volatili, rettili, ed anche quelli abituati a vivere in allevamento come pecore, capre, asini e cavalli.
Su tutte primeggia la legge del 14 agosto 1991, n. 281 che all’articolo 1 recita: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente”. Ma in cosa consiste questa “condanna”? Il reato di abbandono è contemplato nel codice penale. L’art. 727 infatti recita: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”. Il legislatore quindi punisce la condotta di chi abbandona un animale domestico (anche di specie esotiche, come nel caso dei rettili) o di chi lo tiene in condizioni incompatibili con la sua natura provocandogli sofferenze.
Ma per cambiare la mentalità degli italiani servono campagne mirate, microchippatura gratuita, sterilizzazioni a prezzi stracciati. Quindi fondi.
In realtà il denaro c’è, si chiama Fondo per la tutela del benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia, istituito dalla legge 281, dal 2019 ammonta a circa un milione di euro l’anno. La domanda è si potrebbe fare di più? La risposta è sì.