Nonostante crisi, pandemia, guerra, continuiamo a
consumare come se non ci fosse un domani. Sempre più ci identifichiamo con
quello che consumiamo. Basta guardare a cosa è accaduto nelle ultime due
settimane dopo i due uragani “black friday” e “cyber monday”: la corsa in anticipo
ai regali di Natale, con il miraggio del risparmio, ha portato i pugliesi a
spendere più di 360 milioni di euro.
I numeri li ha dati
la Coldiretti che ha rilevato come il 43% dei pugliesi abbia utilizzato una o
entrambe le iniziative, puntando soprattutto agli acquisti on line. Questi ultimi
sono stati preferiti dal 77% delle fascia compresa tra i 45 e i 54 anni, mentre
la fascia tra i 35 e i 44 anni rappresenta il 59% degli acquirenti on line e i
giovani tra i 18 e i 34 anni il 58% dei consumatori sul web. La spesa on line è
ancora lontana dalle abitudini degli ultra64enni, visto che soltanto il 17% ha
acquistato su internet.
Interessanti sono
anche le percentuali legate al budget degli acquisti: il 51% si è mantenuto
entro i 100 euro, il 27% è arrivato a 200 euro, il 7% si è potuto permettere di
spendere 300 euro, mentre un 5% si è spinto addirittura fino a 1.000 euro. I
prodotti preferiti? Tecnologia, abbigliamento, prodotti di bellezza ed
enogastronomia. Il successo delle vendite on line - ribadisce la Coldiretti – è
legato alla possibilità della consegna a domicilio, a un’ampia possibilità di
scelta, al poter fare confronti. Qualche dubbio sulla sicurezza dell’acquisto,
sulla consegna del prodotto integro e sulla mancata corrispondenza tra quanto
visto in video e quello che viene consegnato.
In compenso durante
la sbornia da black friday e cyber monday, si è puntato su regali utili e prevalentemente
all’interno della famiglia. Si sono moltiplicati i siti di e-commerce di
aziende olearie e frantoi che vendono oli extravergine di alta qualità, ma
anche le vetrine on line di cantine pugliesi e di aziende agricole che vendono
pasta, taralli, conserve e marmellate fino alla varietà di mieli prodotti in Puglia,
con lo shop on-line anche di formaggi e salumi di alta qualità.
Insomma, c’è stato davvero
l’imbarazzo della scelta. E non solo sul web, perché la settimana degli sconti
ha visto in prima linea anche i negozi fisici, non solo quelli delle grandi
catene, ma pure quelli di quartiere. Il miraggio del risparmio ha spinto tutti,
o quasi, a spendere, spendere, spendere. È la logica di un mondo che vive sui e
per i consumi. E pazienza se a poco più di duemila chilometri di distanza c’è una
guerra in corso e una popolazione rischia di morire di freddo, oltre che per le
bombe. Quella stessa guerra che è in gran parte responsabile degli aumenti dei
prezzi di luce e gas, dell’inflazione e di una crisi che rischia di essere
epocale. L’importante è avere qualche soldo da spendere, caso mai approfittando
delle offerte per avere l’illusione di risparmiare e per il futuro ci penseremo
domani.
È questo ossessivo
ribadire del “qui e ora” che trasforma sempre più la nostra società, anche quella
pugliese, in un gruppo di persone che vive insieme, sulla stesso territorio, ma
senza più un collante, un’idea di società, di corpo sociale.
L’esasperazione del
consumismo, del “siamo quello che consumiamo”, quindi quello che possiamo
permetterci di acquistare, ci sta portando verso una deriva solitaria, fatta di egocentrismo esagerato,
che mette il denaro al centro di tutte le nostre azioni e convenienze. Per carità, senza soldi non si
vive, ma esiste un punto di equilibrio tra corsa sfrenata ai consumi e valori
come solidarietà e sobrietà. Basti pensare che in Puglia ogni anno sprechiamo,
cioè buttiamo nella spazzatura, oltre 250mila tonnellate di cibo. Quel punto di
equilibrio dobbiamo trovarlo.