Donazione sangue: la solita storica emergenza



“Non chiamatela emergenza sangue solo in estate”. Tuona così
Angelo Ostuni, direttore dell’unità operativa di Medicina trasfusionale del
Policlinico di Bari. A una manciata dall’inizio dell’estate, si ripete sempre
la stessa storia: il sangue non c’è. E allora tutti di corsa a rispondere agli
appelli che si rincorrono: “Che ben venga – sottolinea Ostuni. Ma il punto è un
altro: la donazione del sangue e del plasma dovrebbero essere una sana e
costante abitudine di tutti. Questo sarebbe l’unico modo per avere il sangue
sufficiente per soddisfare il fabbisogno dei malati e per non mettere a rischio
gli interventi chirurgici”.
“Il
problema – sottolinea ancora Ostuni - non riguarda solo i globuli rossi ma
anche il plasma e i suoi derivati necessari per alcuni pazienti che soffrono di
immunodeficienza e di alcune patologie neurologiche. Senza dimenticare che i
globuli rossi sono una terapia salvavita per i talassemici e per i trapiantati.
Questo rappresenta il fabbisogno ordinario. Poi ci sono gli interventi
chirurgici traumatologici e non. Per intenderci – sottolinea - solo al
Policlinico di Bari servono dalle 60 alle 80 sacche al giorno. I donatori sono
in media, calcolando la settimana completa, 35 al giorno. In tutta la Puglia il
fabbisogno è di 13,50 mila unità di sangue al mese. Nel mese di maggio ne erano
a disposizione 12.300: il dato più basso dal 2019”.
In vista dell’estate,
con la riduzione del numero dei donatori, la situazione naturalmente si
complica. “Abbiamo bisogno di almeno 40 donatori al giorno e già adesso, a fine
maggio, ne arrivano solo 20: una situazione che ci mette in allarme dato che il
numero delle donazioni si riduce ulteriormente nei mesi di luglio e
agosto”. Ecco perché è necessario che le
persone in buone condizioni di salute offrano il loro aiuto. I criteri
principali di idoneità per la donazione sono età, peso, condizioni di salute.
Bisogna avere tra i 18 e i 65 anni, pesare più di 50 chilogrammi, non essere
affetti da cardiopatie e non avere alcuna terapia in atto tranne
anticoncezionali e levotiroxina. Inoltre, negli ultimi quattro mesi non bisogna
essere stati sottoposti a interventi chirurgici o a esami endoscopici e non
aver fatto piercing o tatuaggi. Per poter donare sangue, infine, è necessario
che negli ultimi sette giorni i donatori non abbiano avuto sindromi influenzali
e similari.
La cultura della donazione nel nostro paese è sempre
andata a singhiozzo. Grazie alla incessante campagna di sensibilizzazione delle
associazioni di volontariato, il primo obiettivo è stato raggiunto solo nel
2019. Per la prima volta dopo 10 anni si sono registrati - secondo l’istituto
italiano donazioni - segnali di miglioramento e di ripresa. Nel 2018 in
Italia i donatori di sangue che hanno svolto almeno una donazione sono stati
1.682.724: il 4% della popolazione residente nel nostro Paese con età compresa
tra i 18 e i 70 anni. Circa il 92% di questi è iscritto ad un’associazione di
donatori volontari. Il numero evidenzia un aumento del 0,2% in più rispetto al
2017. Ci ha pensato poi l’emergenza pandemica a cambiare
l’andamento delle cose: nel 2020 i numeri sono scesi. Sono stati, infatti, 1.626.506 i donatori totali, in calo del 3,4% rispetto
al 2019. Anche i dati relativi ai nuovi donatori hanno registrato un calo: sono
stati 355.174, in calo del 2%. Un incremento si è registrato invece per i
donatori di plasma e piastrine che nel 2020 sono stati 217.638 (+7,5%). Ogni
donatore in media effettua 1,8 donazioni l’anno mentre le donazioni sono state
quasi 2,9 milioni, di cui 2,5 milioni di sangue intero e il resto in aferesi
(plasma e piastrine), secondo i dati del Centro nazionale sangue. Nel 2020,
però, sono diminuiti anche i pazienti trasfusi e le trasfusioni totali sono
state 2,8 milioni contro le 2,9 milioni del 2019. Il sistema trasfusionale
italiano ha permesso comunque di garantire 1 trasfusione ogni 10 secondi. Nel 2021 i donatori di sangue sono stati 1.653.268, in crescita
rispetto al 2020 ma in calo rispetto agli anni pre-covid. Il 92%
del totale è rappresentato da donatori iscritti alle associazioni di volontari.
I nuovi donatori sono stati 267.949 (-6,7% rispetto al
2019). Le donne sono 551.173 di cui 120.720 nuove donatrici (33%
del totale). I donatori giovani, dai 18 ai 35 anni, 491.088
di cui 125.698 nuovi donatori.
Nello specifico in Puglia, secondo i dati forniti dal sistema informativo dei servizi trasfusionali, nel 2019 sono stati 118.410 i donatori e 177.332 le donazioni. In Puglia ha donato il 4,7 della popolazione nel 2019 e il 4,5 nel 2020, con un leggero calo nel 2021 (anche se mancano ancora i dati ufficiali). È possibile poi distinguere le aree della Puglia in Sud (48.756), centro (39.345) e nord (30.309). Anche nella nostra regione, come in tutta Italia, nel 2020 c’è stata una flessione. I donatori sono scesi a 113.817 (71.760 al Sud, 54.168 al Centro e 41.068 al Nord) e le donazioni a 166.996.
. C’è un
dato che accumuna tutto il paese: la diminuzione dei donatori giovani. Continua
infatti a salire l’età media dei donatori, con un calo di quelli tra i 18 e i
25 anni, scesi sotto i 200mila, e di quelli nelle fasce superiori fino ai 45
anni, mentre aumentano quelli sopra questa età. Il calo della
partecipazione giovanile è un segnale di come le nuove generazioni siano spesso
poco informati e non allenati alla cultura della donazione. Il covid e le
restrizioni che hanno limitato le campagne di sensibilizzazione nelle scuole,
hanno fatto il resto.
Se il sistema sangue italiano anche per il 2021 ha
potuto contare su più di 1,6 milioni di donatori, nella quasi
totalità periodici, gli ultimi anni sono contraddistinti da un progressivo
invecchiamento della popolazione che implica un mancato
ricambio generazionale nelle fila dei donatori, in particolare
nella fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni,
purtroppo in costante calo. Un sistema di donazione sostenibile non può
prescindere dall’apporto di una così larga, e fondamentale, fetta di
popolazione, ma anzi deve essere caratterizzato dall’ampia e attiva
partecipazione dei più giovani
“Credo che sia fondamentale – conclude
Ostuni – sensibilizzare i più giovani a donazioni costanti. Solo così
riusciremo a coprire il fabbisogno regionale e nazionale. Solo, cioè, a condizione di riuscire a costruire una cultura solida e concreta di un gesto che non costa nulla ma che è
fondamentale per salvare tante vite”.
Il 4 luglio una
Torna
anche quest’anno “È giunta l’ora di donare il sangue”, l’iniziativa organizzata
con il patrocinio dell’assessorato comunale al Welfare dalla fondazione Ciao
Vinny, in collaborazione con altre associazioni del territorio, per una
raccolta straordinaria di sangue nella giornata di lunedì 4 luglio. L’appuntamento
è nella nuova sede della Banca del Sangue del Policlinico di Bari (nei pressi
del Cup), dalle ore 7.30 fino alle 13.30. Ai donatori verranno fornite tutte le
indicazioni da seguire per donare il sangue in totale sicurezza e, al termine
della donazione, sarà offerta una ricca colazione.
“Purtroppo
- spiega il vicepresidente della fondazione Ciao Vinny Lorenzo Moretti - ogni
estate i numeri di coloro che necessitano di una trasfusione aumentano, anche
perché spesso ci si lascia andare un po’ di più alla frenesia della movida e
del divertimento stagionale. Noi abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i baresi
non solo in questa giornata ma anche nelle successive perché a luglio e ad
agosto c’è un calo delle donazioni che crea non pochi problemi nelle strutture
ospedaliere. Donare il sangue è
un’esperienza di generosità che non ha eguali. È – conclude – un gesto semplice che
ha un grandissimo valore.