Secondo i dati emersi dal bilancio del comune di Bari, mancherebbero quattro milioni circa all’appello dal conto della lotta all’evasione fiscale. Numeri che però vanno capiti ed interpretati. Il rapporto dei comuni con i cittadini in materia di riscossione è complesso. Per capirne i dettagli, sulle colonne di Epolis è intervenuto l’assessore al bilancio del comune di Bari Alessandro D’Adamo.
Assessore il comune di Bari dovrebbe incassare otto milioni di evasione, risultano riscossi quattro milioni. Come è possibile?
Effettuare tutti gli interventi non è semplice. Le aspettative noi le redigiamo nel bilancio di inizio anno. Indichiamo una cifra da recuperare nel corso dei dodici mesi. Dopo le indagini dell’amministrazione abbiamo il dato di quanto i soggetti ci devono pagare in maniera dettagliata. A quel punto fissiamo le visite di accertamento. La differenza tra le previsioni e le riscossioni dipende dalla calendarizzazione dei nostri interventi. Spesso fissiamo interventi per l’anno a seguire.
Il tema della lotta all’evasione fiscale, come si affronta in città?
Noi abbiamo provveduto ad esternalizzare i procedimenti. A Bari c’è una società esterna che da due anni si occupa della riscossione, sia nella lotta all’evasione che negli avvisi di pagamento. Loro attraverso dei sistemi che comprendono banche dati anagrafiche, catastali e utenze telefoniche, riescono ad individuare gli evasori.
Tra poco si concluderà l’anno solare, che bilancio traccerà il comune di Bari?
Direi positivo. A dicembre chiudiamo con un segno più rispetto al passato. Siamo al secondo anno di collaborazione con l’agenzia esterna, abbiamo migliorato la lotta all’evasione.
L’utilizzo dei pagamenti digitali in qualche modo rappresenta un argine all’evasione fiscale?
Il rapporto tra evasione e contante non è così diretto come generalmente si crede. Quando noi parliamo di evasori ci riferiamo a soggetti che non si sono dichiarati e quindi non hanno pagato.
Per esempio
Immaginiamo un soggetto che apre un’attività e non fa la dichiarazione della Tari, noi poi lo individuiamo attraverso l’incrocio con la camera di Commercio e magari il fitto che invece sta pagando. Non è un problema di contante, parliamo di soggetti che non si dichiarano.
La fase d’intervento è coordinata con le forze dell’ordine?
I sistemi per intercettare gli evasori sono diversi. Le banche dati sono il sistema più semplice. Si prendono gli iscritti alla camera di commercio di Bari, li incrociamo con quelle che si sono dichiarate nel nostro sistema ed emergono delle partite Iva che non hanno mai dichiarato nulla. Su quelle partite Iva poi si fa un’analisi approfondita per capirne le ragioni. Poi ci sono i controlli che vengono fatti dalla società su determinate vie e zone. Tutta Bari viene controllata. Le segnalazioni sono rimangono comunque molto poco.
Quali sono le accise più evase?
Solitamente la parte dove c’è più evasione è l’Imu o la Tari. Sono quelli i gettiti più importanti, dove c’è l’evasione maggiore.
Perché?
L’Imu è spontanea, è il soggetto che dichiara i suoi immobili. Quindi paga le tasse su quella proprietà. Per scoprire queste persone ci avvaliamo del catasto. Stesso discorso per la Tari. Dovendo attendere che sia il soggetto stesso a segnalarsi, trovarlo diventa difficile.
Esistono gli evasori e coloro che possono saltare un pagamento. Quali sono i due differenti criteri di intervento?
Distinguere chi ha dimenticato un pagamento e chi ha evaso non è facile, però ci sono delle condotte tipiche. Quando mandiamo gli avvisi di pagamento Tari, si può pagare in quattro rate o in soluzione unica. Solitamente i cittadini scelgono la prima, così ammortizzano la spesa. Può capitare che c’è chi paga i primi tre e salta l’ultimo. Nell’avviso di pagamento noi inseriamo la posizione irregolare di alcuni versamenti. Così che si possano subito sanare. In questo periodo abbiamo mandato l’ultimo bollettino, inserendo anche i pagamenti mancanti per chi non era in regola.
Dovranno pagare una mora?
No, non c’è nessun sovrapprezzo.